Fino a prova contraria by SCOTT Lisa

Fino a prova contraria by SCOTT Lisa

autore:SCOTT Lisa
La lingua: ita
Format: mobi
ISBN: 8886845952
editore: Sperling & Kupfer Editori
pubblicato: 2000-10-27T22:00:00+00:00


20

Tornai sulla bananamobile con le istruzioni scritte e con la piantina che mi aveva disegnato la signora Zoeller. Bill era nascosto in un capanno dello zio, un capanno per la caccia. Gli Zoeller pensavano che fosse difficile risalire a loro, e ritenevano che Bill non avesse parlato di quel luogo a Eileen. Io non ne ero tanto sicura. Era più logico credere che Eileen lo sapesse, e che forse ci fosse anche stata. Un ragazzo e una ragazza, non andrebbero forse a fare capanna in un capanno? Eravamo in America, no?

Studiai la cartina. Il capanno era ai confini dello Stato, probabilmente sette ore più a nord del punto in cui mi trovavo e a ovest quanto Pittsburgh. Avevo bisogno di benzina, di cibo e di altro caffè. Finii per procurarmeli in un minimarket lontano dalla fattoria degli Zoeller, giusto nel caso ci fosse in giro qualche piedipiatti.

«Bella macchina, Jamie», osservò il commesso adolescente, che mi vendette anche due enormi hot dog.

«Jamie?»

«La targa.»

«Ah! Giusto.» Tenni la testa bassa, tornai di corsa all’auto e me ne andai.

Passai attraverso gallerie scavate sotto montagne di pietra e lungo autostrade tortuose incise nelle colline verdeggianti. Cominciò a piovere e sfrecciai davanti a un centro commerciale dopo l’altro, sotto l’acqua. Nel frattempo avevo ingollato gli hot dog e lo schifoso caffè sotto il temporale peggiore che il disc jockey della radio avesse mai visto. Da occidente arrivava il brontolio del tuono e anche il mio stomaco brontolava, ma non a causa della fame. Alla fine non riuscii più a resistere e feci una telefonata con il cellulare.

«Sta bene?» chiesi quando Hattie sollevò il ricevitore.

«Cosa? Bennie? Sei tu?»

«Sì. Sta bene?» Sul parabrezza batteva una pioggia grigia. Tra il temporale e le scariche riuscivamo appena a sentirci.

«Sta bene! Bene!»

«Quando comincerà la terapia?» 11 segnale si interruppe e aspettai che cessasse il crepitio.

«…sabato mattina alle undici! Bennie? Sei ancora lì? Stai bene?»

Altri crepitii. Era esasperante. Quando smisero, urlai: «Perché tanto presto? Non potevate aspettare me?»

«Preoccupati per te! Tua madre sta bene!»

«Falli aspettare, Hattie! Non puoi farlo da sola!»

«Non può aspettare!» gridò, prima che la comunicazione si interrompesse definitivamente.

Era inconcepibile che i piedipiatti mi avessero seguito fino là, visto che non sarei riuscita nemmeno io a seguire me stessa. Mi ero persa. Restai in auto con il motore spento e la luce interna accesa. La pioggia tamburellava sul tetto, mentre controllavo per l’ennesima volta la cartina. Per quello che potevo capire ero in mezzo a un bosco, al buio, sotto un temporale.

Nella foresta magica non c’erano lampioni poiché non c’erano strade ma solo sentieri stretti senza segnaletica che serpeggiavano tra il bosco. Un’ora prima ero passata davanti a una riserva naturale, ma da allora le strade avevano costeggiato stagni dimenticati e infinite estensioni di alberi. Gli alberi erano ancora meno utili del granoturco, sembravano tutti uguali. Marrone con del verde in cima. Avrei voluto avere un fiammifero.

Presi la cartina che avevo trovato nel vano portaoggetti e la misi accanto a quella della signora Zoeller. Se non fosse stato per i tabulati le avrei telefonato.



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